Quattro anni dopo che il neofascista Jean-Marie Le Pen aveva scatenato un terremoto politico in Francia battendo il candidato dei socialisti francesi al ballottaggio presidenziale, un nuovo sondaggio inquietante pubblicato oggi in Francia mostra che un terzo dei francesi – il 34% – afferma che l’estrema destra è vicina alle loro preoccupazioni (contro il 66% che non è d’accordo). Il sondaggio, realizzato dal principale istituto di sondaggi IFOP e pubblicato oggi sul quotidiano parigino Metro, mostra anche che il 35% ritiene che l'estrema destra “arricchisca” il dibattito politico. E per il 48% dei francesi il neofascista Jean-Marie Le Pen, leader del Fronte Nazionale, incarna al meglio l'estrema destra (seguito con il 24% dal visconte cattolico ultramontano Phillipe de Villiers, leader aristocratico dell'estrema destra, xenofobo , omofobo ed estremista nazionalista MPF (Movimento per la Francia). La figlia di Le Pen e successore designata, Marine Le Pen, vicepresidente del Fronte Nazionale, ottiene il 19%). Se si sommano i punteggi di Le Pen e di sua figlia, il 67% dei francesi che si identificano con l'estrema destra affermano che la loro simpatia va al Fronte Nazionale neofascista.
L'immigrazione è in cima alle preoccupazioni di coloro che si identificano con l'estrema destra neofascista con il 43%, seguita dalla sicurezza (che in Francia significa criminalità) al 31%, dalla disoccupazione al 14% e dall'istruzione al 7%. Con un totale di immigrazione e criminalità pari al 74%, è una chiara indicazione che questo sondaggio riflette l'accresciuto clima di razzismo in Francia dopo le rivolte del ghetto dello scorso autunno, che hanno prodotto due settimane di incendi dolosi e incendi di automobili, e scontri tra i giovani del ghetto e la polizia di tutto il paese. Francia. In effetti, avevo previsto che un aumento del razzismo si sarebbe manifestato sulla scia delle rivolte (per il contesto, vedere la mia analisi delle rivolte del ghetto dello scorso 6 novembre, “Perché la Francia sta bruciando?” e il mio seguito, “La Francia dopo le rivolte: 'autismo', repressione e l'impotenza dei socialisti”). La recrudescenza di quella violenza a margine dei due scioperi generali nazionali di successo del mese scorso contro un contratto reazionario di lavoro giovanile – anche se quel disordine tanto televisivo è stato per lo più generato solo da poche centinaia di giovani del ghetto su milioni di manifestanti pacifici – ha anche contribuito all’aumento dell’isteria per la sicurezza e dei sentimenti anti-immigrati che questo nuovo sondaggio registra.
Questo sondaggio è anche una buona notizia per il probabile candidato conservatore alla presidenza nel 2007, il ministro degli Interni Nicolas Sarkozy. La linea dura della legge e dell’ordine Sarkozy – che ha definito i rivoltosi del ghetto “feccia” e peggio, e ha perseguito una dura politica di deportazione degli immigrati e rendendo loro più difficile ottenere la cittadinanza francese – è ben posizionata per raccogliere i simpatizzanti di Le Pen al ballottaggio presidenziale tra due anni contro il candidato della coalizione guidata dai socialisti. Il razzismo in Francia, ci dice questo nuovo sondaggio, è chiaramente in aumento.
Doug Ireland, giornalista radicale e critico dei media di lunga data, gestisce il blog DIRELANDA, dove questo articolo è apparso il 21 aprile 2006.
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