Il redattore dei lettori ha esaminato una serie di lamentele di Noam Chomsky riguardanti un'intervista con lui di Emma Brockes pubblicata su G2, la seconda sezione del Guardian, il 31 ottobre. Si è pronunciato a favore del professor Chomsky su tre lamentele significative. La principale tra queste è stata l'affermazione della Brockes secondo cui, riferendosi alle atrocità commesse a Srebrenica durante la guerra in Bosnia, aveva messo tra virgolette la parola “massacro”. Ciò suggerisce, soprattutto se considerato con altri commenti della Brockes, che il professor Chomsky considerasse la parola inappropriata o che avesse negato che ci fosse stato un massacro. Il professor Chomsky è stato obbligato a sottolineare che non ha mai detto né creduto a nulla del genere. Il Guardian non ha alcuna prova contraria e ritratta la dichiarazione porgendo scuse senza riserve al Prof. Chomsky.
Il titolo utilizzato nell'intervista, di cui si è lamentato anche il professor Chomsky, ha contribuito all'impressione fuorviante data dal modo in cui è stata trattata la parola massacro. Diceva: D: Ti penti di aver sostenuto coloro che dicono che il massacro di Srebrenica è stato esagerato? A: Il mio unico rammarico è di non averlo fatto con sufficiente forza.
Nessuna domanda in quella forma fu posta al professor Chomsky. Questa parte dell'intervista riguardava il suo sostegno a Diana Johnstone (non Diane come appariva nell'intervista pubblicata) per il ritiro di un libro in cui discuteva del rapporto sulle vittime della guerra nell'ex Jugoslavia. Sia il professor Chomsky che la signora Johnstone, che ha anche scritto al Guardian, hanno chiarito che il sostegno del professor Chomsky alla signora Johnstone, espresso sotto forma di lettera aperta con altri firmatari, riguardava interamente il suo diritto alla libertà di parola. Anche il Guardian lo accetta e riconosce che il titolo era sbagliato e ingiustificato dal testo.
La falsa rappresentazione delle opinioni del professor Chomsky su Srebrenica da parte della signora Brockes derivava da un'incomprensione del suo sostegno alla signora Johnstone. Né il professor Chomsky né la Johnstone hanno mai negato il fatto del massacro.
Il professor Chomsky si è anche opposto alla giustapposizione di una sua lettera, pubblicata due giorni dopo la pubblicazione dell'intervista, con una lettera di un sopravvissuto di Omarska. Pur nutrendo tutta la simpatia per lo scrittore, il professor Chomsky ritiene che la pubblicazione sia stata progettata per indebolire la sua posizione e ha affrontato una parte dell'intervista che era falsa. Entrambe le lettere sono state pubblicate sotto il titolo Litigio per Srebrenica. Al momento della pubblicazione di queste lettere, dopo le due a sostegno del prof. Chomsky pubblicate il giorno precedente, non era pervenuta da parte sua alcuna denuncia formale. Le lettere sono state pubblicate dall'editore in buona fede per riflettere le opinioni dei lettori. Con il senno di poi si riconosce che la giustapposizione ha esacerbato la denuncia del professor Chomsky e questo è deplorevole. Il Guardian ha ora ritirato l'intervista dal sito.
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