Suggerirei di ripensare il termine “fallimento”. Nell’Europa occupata, i nazisti ebbero un enorme successo. Hanno imposto governi vassalli che gestivano i paesi, comprese le forze di sicurezza, con la Germania sempre sullo sfondo, ma non molto coinvolta. I partigiani furono molto coraggiosi, ma sarebbero stati annientati senza un massiccio sostegno straniero. La Russia ha avuto ancora più successo nell’Europa orientale. Molti altri casi. In questi casi la questione non è il successo o il fallimento. O l'Iraq.
…Nessuna persona seria presta la minima attenzione agli obiettivi dichiarati delle grandi potenze. Portano esattamente zero informazioni, perché sono del tutto prevedibili: nobiltà di intenti. Questo è vero anche per i peggiori mostri.
In questo caso, ci sono tutte le ragioni per accettare l'opinione della stragrande maggioranza degli iracheni espressa nei sondaggi condotti dagli Stati Uniti: che gli obiettivi sono il controllo delle risorse irachene e l'utilizzo dell'Iraq come base per estendere il controllo statunitense sulle risorse energetiche mondiali. E' vero che ci viene severamente detto di credere che gli Stati Uniti avrebbero “liberato” l'Iraq anche se avesse prodotto sottaceti e lattuga. In questo caso, è necessaria una subordinazione all’autorità in stile nordcoreano per accettare la linea del partito.
Ci sono ottime ragioni per credere che gli Stati Uniti continueranno, come finora, a fare tutto il possibile per impedire la realizzazione degli “dichiarati obiettivi”
obiettivi”: democrazia e sovranità. Basti pensare a quali sarebbero le politiche di un Iraq sovrano e democratico: un vero incubo per Washington.
… I curdi preferirebbero senza dubbio che gli Stati Uniti restassero, a patto che gli Stati Uniti non li tradiscano ancora una volta, come hanno fatto ripetutamente in passato. I sunniti, numerosi quanto i curdi, senza dubbio vogliono che gli Stati Uniti se ne vadano. Per quanto riguarda gli sciiti, le cose non sono così semplici. I sadristi hanno chiesto il ritiro. L’ultimo sondaggio di cui sono a conoscenza risale alla vigilia delle elezioni: circa il 70% degli sciiti era favorevole al ritiro degli Stati Uniti immediatamente o subito dopo le elezioni di gennaio. La Commissione Nazionale per la Sovranità del Parlamento ha recentemente pubblicato un rapporto in cui chiede un calendario per il ritiro delle “forze di occupazione”. Il principale partito sciita del sud, lo SCIRI, ha semplicemente chiesto che le truppe britanniche rimangano nelle loro caserme. Secondo Steven Kull, uno dei più rispettati esperti di sondaggi del paese, l'International Republican Institute, che conduceva sondaggi regolari, ha smesso di riportarli dopo le elezioni a causa dei risultati che stavano ottenendo.
È corretto affermare che un esercito occupante non ha diritti, ma solo responsabilità, inclusa la responsabilità di pagare ingenti riparazioni e di ritirarsi a meno che non vi siano prove evidenti che la popolazione vuole che rimanga. Non ne vedo prove. E la decisione dovrebbe essere presa dalle vittime. Abbiamo poco da dire al riguardo, qualunque sia il nostro giudizio soggettivo, per una questione di principio.
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