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DonazioniQuesta settimana c’erano 108°C qui, e la polizia francese stava ancora lanciando gas lacrimogeni sui manifestanti pacifici – siano essi i gilet gialli a Montpellier o gli ecologisti a Parigi che protestavano contro il riscaldamento globale generato dal capitalismo nel giorno più caldo della Francia. storia!
Man mano che le contraddizioni tra l’economia neoliberista e la vita umana diventano più visibili, la repressione della polizia sembra essere la nuova normalità anche nelle “democrazie” e ho visto poca copertura, tanto meno indignazione, nei media per quest’ultimo oltraggio. Pompieri piromani!
“Uccidere il messaggero” – che si tratti di una folla pacifica di cittadini o di un informatore come Julian Assange – sembra essere l’unica risposta rimasta per i difensori del capitalismo, anche nelle due più antiche repubbliche del mondo: Francia e Stati Uniti.
Dimenticate i cosiddetti “populisti” autoritari e i veri e propri tiranni come il caro principe ereditario dell’Arabia Saudita (che ospiterà il prossimo G-20 dopo aver ucciso un giornalista).
Eppure continuiamo a lottare. Il mio gruppo locale di Gilet Gialli sta proprio adesso partecipando all’Assemblea nazionale delle Assemblee, presentando la nostra risoluzione Convergenza34 che invita i Gilet Gialli a unirsi agli ecologisti, ai lavoratori in lotta, ai sindacati, agli studenti, alle persone discriminate, alle donne, ecc. per bloccare l’intero Paese e imporre cambiamenti fondamentali.
Con il collasso totale della sinistra parlamentare alle elezioni europee, la soluzione “chiedere l'impossibile” dei gilet gialli sembra l'unica ragionevole rimasta. E sebbene il governo Macron abbia rivendicato la “vittoria” in quelle elezioni, in realtà il suo partito è arrivato secondo dietro a LePen, con solo l’11% dell’elettorato che ha votato a suo favore.
A livello locale (Dipartimento 34, L'Herault) ci incontreremo questo martedì, riunendo per la terza volta una ventina di gruppi locali autonomi di Gilet Gialli. Ci sono voluti 20 mesi di bastonate e diffamazioni per organizzarci, ma siamo ancora qui. E ancora pronti a mandare avanti le cose durante le sacre vacanze estive - normalmente la morte dei movimenti sociali francesi dal 7 al 1936 - solo per ricordare alla gente che siamo ancora in giro... Per esempio una demo di "Yellow Beach" questo fine settimana.
La speranza è che la situazione si surriscaldi in autunno, quando le persone torneranno al lavoro e a scuola, e porti a uno sciopero generale. I problemi sono ancora lì, e Macron non ha dato NIENTE nel suo rullo compressore neoliberale per sventrare scuole, ospedali, trasporti pubblici, pensioni, sanità, disoccupazione e per privatizzare tutto ciò che vedeva (ad esempio gli aeroporti di Parigi).
Quindi i nostri gruppi di Gilet Gialli continueranno a tenere la porta aperta affinché più persone si uniscano alla lotta. Stiamo cominciando a strutturarci; continueremo a stare sotto il sole cocente in qualche rotatoria con i nostri volantini e i gilet gialli; continueremo a sostenere il personale del pronto soccorso in sciopero e gli insegnanti dell'HS in sciopero (alcuni dei quali si rifiutano di consegnare i voti dei loro studenti all'esame cruciale del Baccalauréat). La crisi non è ancora finita.
Un anno fa, con l’arrivo delle vacanze, le tattiche dilatatorie (gli “scioperi” di un giorno) dei leader sindacali francesi avevano portato alla sconfitta totale della classe operaia organizzata, schiacciata dalle controriforme thatcheriani di Macron. Poi, in autunno, dal nulla, i Gilet Gialli sono spuntati come funghi nel bosco umido: un vasto movimento sociale, forte di 300,000 persone, con il sostegno del 75% del pubblico francese, che lotta contro le stesse riforme ma da il punto di vista di un consumatore mediocre. Una vera sorpresa, e ancora vivo otto mesi dopo.
Sfortunatamente, i due movimenti non sono riusciti a unirsi, nonostante gli sforzi di alcuni di noi, e il rullo compressore Macron ha continuato ad andare avanti, schiacciando le libertà civili e il diritto di manifestare, lasciando i Gilet Gialli insanguinati ma indomiti.
Una convergenza di movimenti e un conseguente sciopero generale galoppante non è una speranza del tutto impossibile. Se la lotta sociale dovesse risorgere il prossimo autunno, come è necessario in questa società sempre più diseguale con una lunga storia rivoluzionaria e un odio ereditario verso gli aristocratici sprezzanti che la governano, chissà cosa accadrà?
Qualcuno ha un'idea migliore?
1 Commento
Il sistema capitalista è irrimediabilmente rotto! Questa è l'alternativa: http://www.thevenusproject.com