Questo mese, per quattro giorni a Washington, DC, a partire dal 13 marzo, si è svolto un secondo raduno dei Soldati d'Inverno, 37 anni dopo il primo. Organizzato dal gruppo di protesta Iraq Veterans Against the War (IVAW), i veterani statunitensi dell'Iraq e dell'Afghanistan dall'attacco dell'9 settembre a New York testimonieranno le loro esperienze.
Hanno presentato fotografie e video, registrati con telefoni cellulari e fotocamere digitali, per sostenere le loro accuse di brutalità, tortura e omicidio.
I veterani non sono contro l’esercito e cercano di non incriminarlo, ma cercano invece di far luce su un quadro più ampio: che il regime carcerario di Abu Ghraib e il massacro di Haditha di iracheni innocenti non sono incidenti isolati perpetrati da “cattivi semi” come suggeriscono i militari, ma è la prova di un problema endemico. Avevano il compito di fare cose terribili e di puntare il dito verso la catena di comando, che ignora, diminuisce o nasconde gli abusi e le atrocità di routine.
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