All Le suppliche e le dimostrazioni di affetto di Emmanuel Macron, Angela Merkel e Boris Johnson al presidente Donald Trump sono state del tutto inutili. Lui rispose umiliandoli. Ora minaccia ritorsioni commerciali e finanziarie se non riusciranno a rompere l’accordo stipulato dai loro paesi con l’Iran tre anni fa. Trump ha invertito la posizione degli Stati Uniti e i suoi alleati devono allinearsi. Visti da Washington, il Regno Unito, la Francia e la Germania non sono importanti, o comunque molto meno importanti dell’Arabia Saudita o di Israele.
In Les Chemins de la liberté (Le vie della libertà), Jean-Paul Sartre scriveva: 'Quando un uomo ammette la sua colpa, viene sempre voglia di picchiarlo, per distruggere quel poco di dignità che gli resta'. Ciò vale per i paesi, compresi quelli dell’Unione Europea. Macron afferma di rifiutarsi di parlare “con una pistola puntata alla tempia], mentre la Merkel trova un peccato che Trump abbia reso le cose “ancora più difficili” in Medio Oriente. Eppure nessuno dei due sembra in grado di rispondere con altro che piagnucolii. Le grandi società economiche europee si sentono obbligate a conformarsi alle indicazioni della Casa Bianca, poiché anche l'invio di un'e-mail tramite un server negli Stati Uniti o l'utilizzo di dollari in una transazione con l'Iran li rende passibili di multe enormi (vedi Il diktat iraniano di Trump, in questo problema).
Non appena Trump ha annunciato la sua decisione, la Total, ex Compagnie Française des Pétroles, ha annullato i piani di investimento in Iran. Nello stesso momento, Macron, fingendo di cercare un modo per mantenere l’accordo, ha ammesso: “Vorrei essere molto chiaro: non imporremo sanzioni o controsanzioni alle aziende americane… E non costringere le aziende [francesi] a restare [in Iran]. Questa è la realtà degli affari. Il presidente della Francia non è l'amministratore delegato di Total' (1).Quest'ultimo, a quanto pare, prende ordini dalla Casa Bianca.
I nostri stanchi commentatori politici hanno tratto da questo episodio la lezione che l’UE ha bisogno di diventare più forte (2). Ma più diventa grande e istituzionalizzato, meno è in grado di rifiutare gli ordini degli Stati Uniti. Nel 1980 i nove membri della Comunità economica europea presero posizione sul Medio Oriente, riconoscendo le aspirazioni nazionali del popolo palestinese; il 14 maggio di quest’anno, quattro Stati membri, Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Romania, hanno inviato rappresentanti all’inaugurazione della nuova ambasciata americana a Gerusalemme, mentre l’esercito israeliano uccideva civili a Gaza; e per non dimenticare che, nel 2003, 15 degli attuali 28 membri dell'UE hanno preso parte all'invasione dell'Iraq guidata dagli Stati Uniti.
L’UE rafforza costantemente i propri criteri di convergenza ma, come hanno reso evidenti le conseguenze della decisione di Trump, ne dimentica sempre uno: la necessità che i suoi membri siano indipendenti e sovrani.
(1) Conferenza stampa, Sofia, 17 maggio 2018.
(2) Bernard Guetta, commentatore politico di France Inter, lo ripete ogni mattina da vent'anni, qualunque sia l'argomento di cui parla.
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