Nelle ultime due settimane abbiamo appreso di una serie di nuovi miglioramenti ambientali: energie alternative, nuove tecnologie e prodotti verdi. Ci sono state mostrate tutte le diverse cose in cui noi consumatori possiamo investire o acquistare per ridurre il nostro impatto sull'ambiente.
La verità è, tuttavia, che tutte queste innovazioni danno per scontato il nostro attuale livello di consumo; e l’attuale livello di consumo non è sostenibile. Concentrandoci su cosa dovremmo comprare, evitiamo di chiederci se stiamo comprando troppo.
La nostra economia, e coloro che cercano profitto al suo interno, ci stanno portando oltre il precipizio della capacità di carico della Terra. Invece di pensare a come ottenere maggiori profitti dai consumatori, sarebbe meglio impiegare la grande creatività della mente umana per sviluppare nuove strutture di potere in cui le persone, e non il profitto, siano messe al primo posto.
Eravamo soliti supporre di avere una scorta infinita di risorse naturali e una capacità infinita di cestini dei rifiuti sulla Terra. Ora, tuttavia, stiamo cominciando a riconoscere che effettivamente viviamo in un mondo di risorse limitate. Le forniture di petrolio e metalli sono sotto pressione. L’acqua potabile e i terreni coltivabili sono scarsi. Non produrremo mai un’energia abbastanza pulita, un’auto abbastanza efficiente o un Clorox abbastanza ecologico da mantenere il nostro stravagante livello di consumo.
La disconnessione tra i nostri livelli di consumo e le risorse limitate del mondo può essere vista nei campus. La settimana scorsa, Lauren Keith, Wichita junior, scriveva come editorialista ospite espresso il suo sgomento per il modo in cui gli ambientalisti sono rimasti bloccati in una routine di consumo attingendo a un movimento di consumatori in crescita.
Ma il fatto spiacevole è che ridurre i consumi non è redditizio. Pertanto, la mano invisibile non può indicarci la giusta direzione. Le forze sottostanti che perpetuano i nostri problemi ecologici sono il nostro sistema economico capitalistico e la nostra cultura dell’individualismo. Incanalando il denaro nelle mani di pochi e inducendo alti livelli di consumo, abbiamo gettato le basi per gran parte del degrado ambientale a cui assistiamo oggi.
Per andare avanti, dobbiamo rompere con lo status quo e dedicare la nostra creatività allo sviluppo di nuovi sistemi di organizzazione, che democratizzino le nostre risorse e mettano i modi di produzione e di pianificazione nelle mani della maggioranza invece che della minoranza. Concentrarsi sulle cause alla base dei nostri problemi ambientali, e non su quali prodotti “verdi” acquistare, è l’essenza stessa dell’ambientalismo.
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