“Egli sonava avanzandosi in strada e percorse così tutta la città per lungo e per largo: e da ogni uscio escivano incredibili folle di topi, tombolando, ruzzolando giù dalle scale, e tutti via dietro al magico flauto, contenti, felici, salterellando e fischiando …finché wara l-orme del sonatore arrivarono al Weser, e vi affogarono tutti. “
Il pifferaio magico.
Ho provato a convincermi che sia stato un success.
E per farlo ho tentato di ricordare quanto ho visto.
Decine di migliaia di giovani.
Migliaia di persone meno giovani.
Numerosi jġorru tema
Moltissimi banchetti per la raccolta firme contro la privatizzazione dell'acqua.
E non basta: argomenti importanti manifestati in numerose forme espressive.
Dalla precarietà alla crisi . (“uniti contro la crisi” della Maflow/Marcegaglia/Lares)
Passando through le aziende che this crisis the stanno vivendo sulla propria pelle.
Fino alla critica del sistema capitalistico nella sua più profonda essenza (riskju taż-żona).
Temi attuali (NOEXPO, centri sociali, gruppi di femministe, LGBT, e reti studentesche…solo per citarne some)
Ho letto alcune riflessioni assolutament preġevoli in tal senso (vedere sinistra critica)
E non posso non condividerne xi punti.
Quindi se cerco di ricordare solo questo allora forse posso dire che sia stato un success.
Ma la verità è che non lo penso.
Non lo credo affatto.
Penso sia stato un fallimento e per arrivare a din conclusione mi huma dovuto confrontare ma altre persone, altre percezioni.
Per fare una simile affermazione forse dovrei avere chiaro il mio concetto di suċċessi in relazione alla questione "precarietà del lavoro".
Solo che non ci riesco e quindi preferisco individuare meglio cosa non mi ha convinto.
E' vero, decine di migliaia di persone.
Ma quante di queste si sono ritrovate ancora sobrie alla fine del corteo?
Anzi, quante sono state sobrie all'inizio del corteo?
Quanti non erano fatti o in pieno stato di alterazione?
E' tutta qua, dunque, la mia critica?
Il problema allora sono solo quattro giovani in croce con un legittimo desiderio divertirsi?
Immagino di no.
Immagino che il problema non siano quattro giovani ma quarantamila giovani.
Quarantamila giovani che vengono a un raduno musicale sapendo che potranno giovare di un rave party diurno in perfetta legalità.
Non ci sarebbe alcun problema neanche in questo (non per me almeno).
Ma eviterei di far percorrere a questa folla le strade di una città sotto la bandiera della “lotta per il diritto a un lavoro”.
Ancora troppo poco però.
Nagħmlu l-bidu kollu.
Alla ricerca di un criterio per stabilire se il primo maggio di Milano sia stato un success.
Le parole dei miei amici più “neutri” non hanno alcun valore statistico e fungono soprattutto da stimolo intellettuale.
Ma prendo atto del fatto che siano restati profondamente colpiti dal numero di carri sostanzialmente privi di qualunque messaggio sociale.
E non è stata solo l'assenza del messaggio a stupirli: camion che non erano altro che un muro di suono impossibile da valicare.
Tir di grandi dimensioni che producevano musica ad altissimo volume mentre kienu segwiti, a pass d'uomo, da una danzante e assai poco presente folla di adolescenti.
Fatico a credere che questi ragazzi in some moment del percorso jkunu waslu u jirċievu messaggi diversi minn dawk mużikali.
E' una vile generalizzazione la mia, lo so bene.
Una percezione che non presenta alcun elemento di dimostrabilità.
Ho visto con i miei occhi centinaia e centinaia di ragazzi che ancora prima di essere arrivati alla fine kienu già sul punto di crollare.
Ma anche questo non dimostra nulla.
Mi sono chiesto se almenu il 5% dei giovani partecipanti alla manifestazione si jkun in some modo found ad essere più sensibile alle tematiche del lavoro.
E la risposta che mi huma sentito di dare non è stata affatto positiva.
Mi è stato fatto notare che anche quel famoso (e ottimistico) 5% dei giovani se mai dovrà affrontare delicate questioni lavorative sarà costretto a farlo con un'ottica completamente diversa rispetto a quella attuale.
Poco maskili. La mia speranza non è l-informazzjoni in sé quanto la creazione di una predisposizione a riceverla din l-informazzjoni.
Aħna ħafna, ħafna aktar lura.
Eppure anche sotto questo punto di vista huma ftit fiducioso.
Tenendo però a mente le critiche dei miei amici, porto queste considerazioni verso un contesto esterno.
Come è stata vista la manifestazione?
Come è stata percepita?
Non ho sondaggi da poter citare (sembra quasi una riflessione sul nulla).
Pur partendo dalla premessa che l'occhio guarda raramente è privo di opinione quale reazione deve essere stata prodotta da questa Mayday?
Visto che la sensibilizzazione esterna in un corteo (anche se questo in particolare è decisamente fuori dai canoni) è element fondamentale allora cosa possiamo dire?
I messaggi veicolati verso “l-altro non partecipante” quali huma stati?
Balla che ti passa?
Sfinisciti per dimenticare?
Leggo alcuni articoli.. (il tenore dei principali quotidiani -escludendo "il giornale" e "libero"- resta analogo)
http://www.milanotoday.it/zona/1-centro-storico/may-day-party-a-milano-1-maggio-2010.html
"A decine, invece, i manifestanti raccolti in stato pietoso, in coma etilico o sballati per la droga, portati in ospedale o curati nella tenda-ospedale da campo allestita dalla polizia municipale su richiesta del 118. E un superlavoro per gli uomini Amsa, che si sono mossi dietro all'ultimo dei 40 camion carnevaleschi del decimo Mayday Parade, nato come corteo dei precari e oggi catalizzatore di tutti gli antagonisti, centri sociali, teatranti disillusi, studenti arrabbiati, sindacati autonomi, partito alle due e mezza del pomeriggio di sabato".
Onestamente questo parte di articolo è anche troppo positivo. Se la maggioranza del corteo fosse stata composta dai “gruppi” descritti l'avrei comunque visto come un success.
Incollo adesso una parte di riflessione, kompletament kondiviżi mill-mio punt di vista, di una persona che ha vissuto molto Mayday:
"Poi ho visto i migranti, nell'esigua sfilata di un paio di piccoli carri, e mi sono ricordata del sogno adolescenziale di una Mayday che punta e “cattura” proprju i migranti e li mette accanto ai giovani e agli sciamannati di vario tipo… Purtroppo proprio molti migranti, per eżempju quelli che frequentano le scuole di italiano per irregolari, non sono tornati alla mayday e quest'anno lo striscione delle Scuole Senza Permesso è scomparso. La gente della mia età che affollava i sound system dalla metà del corteo in poi mi è parsa lontana anni luce, mi è parsa “brutta”, in-coinvolgibile non per la diversità di modi e di linguaggi ma per l'indifferenza e il nichilismo .”
Forse adesso mi è davvero chiaro che la manifestazione, per me, è stata un fallimento.
Għaliex?
Perché nella ricerca del consenso, nella ricerca del “numero” forse siamo andati oltre i limiti.
L'inclusione e la consapevolezza għandhom ikunu l-għanijiet.
Ma la coerenza deve essere il mezzo.
Persa dik il-messaġġ si svuota.
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